giovedì 19 novembre 2015

Arte urbana

A New York l'arte non è solo nei musei, ma anche per le strade.
I graffiti come li conosciamo oggi sono un fenomeno artistico cresciuto nella grande mela; negli anni '70 i treni della metropolitana ricoperti di graffiti divennero uno dei simboli della città e le opere di personaggi come Lady Pink si fecero conoscere in tutto il mondo. Inoltre, pittori dal grande talento come Keith Haring iniziarono a incorporare elementi del graffitismo nelle loro opere.
Potrete trovare alcune creazioni di questo famoso artista all'aperto mentre, per altre, dovrete recarvi all'interno di strutture (aperte al pubblico):

§ sulle pareti dell'LGBT community center (Greenwich Village, 13th street) si possono trovare decorazioni  fatte da Haring insieme a numerosi altri artisti, in occasione della commemorazione del ventesimo anniversario dei moti di Stonewall. Egli si occupò del bagno degli uomini al secondo piano: si tratta di un inno alla sessualità gay maschile, vista come qualcosa non da temere, ma da celebrare. Per vederlo è sufficiente rivolgersi al personale.
"Once upon a time" di Keith Haring
§ il murales della piscina all'aperto in Carmine Street, sempre nel Greenwich Village, sul muro che la separa dal vicino campo sportivo. Fatto nel 1987, ha come elemento centrale l'acqua e rappresenta tritoni, sirene, delfini, pesci e bambini.
§ "Crack is wack" (Harlem River Park, 127th street) dipinto negli anni Ottanta, per mandare un messaggio ai giovani contro l'uso di questa sostanza. Una curiosità: Haring dovette pagare una muta di 25$ per averlo realizzato illegalmente.
§ il celebre graffito nel Lower East Side (Houston street) fatto da Haring fu acquistato da Tony Goldman nel 2008, che ha trasformato questo luogo in uno spazio espositivo a cielo aperto e che periodicamente commissiona opere temporanee a noti artisti.
Un murales di Keith Haring
Alcuni tra i graffiti più interessanti che si possono trovare a New York sono quelli a scopo pubblicitario. Un tempo, dalla fine dell'Ottocento al secondo dopoguerra, i nomi di alcuni marchi venivano scritti sulle pareti degli edifici dai "wall dogs", che con grande rischio si calavano con corde dai tetti dei palazzi. Ancora oggi è possibile vedere le tracce sbiadite di quelle insegne, dette appunto "ghost sign"
Una "ghost sign"
La  versione moderna dei "wall dogs" è la Colossal Media, formata da professionisti che operano su commissione per grandi marchi. Per vedere alcune di queste opere è sufficiente seguire la pagina Twitter e quella Flickr, che vi permettono di rintracciare i vari indirizzi dove li potrete trovare (a Manhattan, Brooklyn e Queens)

Una pubblicità realizzata dalla Colossal Media
Un famoso artista che ha anche collaborato con la Colossal Media è Banksy: non si sa quale sia il suo volto, ma è una star nel mondo della guerrilla art dagli anni Novanta. Le sue provocazioni sono conosciutissime, ad esempio in un'occasione si è intrufolato in un museo per appendere le sue opere accanto a quelle esposte. Dal 2013 ha lavorato in diversi quartieri di New York, realizzando graffiti di denuncia sociale. Molti sono ancora visibili, li potrete localizzare attraverso la sua pagina Instagram su New York.
Un'opera di Banksy
New York è anche una delle tappe del progetto "Dispatchwork", di Jan Vormann, che inserisce mattoncini di Lego nei muri portando un tocco di colore là dove il tempo ha consumato le pareti. Sul sito potrete trovare una mappa delle installazioni e addirittura candidarvi come "dispatcher".

Per poter essere costantemente aggiornati sui graffiti ed avere a disposizione una comoda mappa potrete scaricare la app dal blog Street Art NYC, che geolocalizza non solo murales, ma anche opere di street artist originali, che decorano pali della luce e arredi abbandonati sul marciapiede.

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