giovedì 19 novembre 2015

Andy Warhol


Andy Warhol (Il vero nome sarebbe Andrew Warhola) nasce il 6 agosto del 1928 a Pittsburgh, in Pennsylvania, da genitori cecoslovacchi immigrati. Trascorre un’infanzia   molto difficile nel corso della quale sperimenta la povertà e la solitudine. Tra il 1945 e il 1949 studia al Carnegie Institute of Technology della sua città. Si trasferisce poi a New York dove lavora come grafico pubblicitario presso alcune riviste: "Vogue", "Harper's Bazar", "Glamour". Fa anche il vetrinista e realizza le sue prime pubblicità per il calzaturificio I. Miller; viene raggiunto solo dopo qualche anno dalla madre rimasta vedova, che per lui diventerà una preziosa collaboratrice.
Le collaborazioni artistiche
Fallito il tentativo di fondare un gruppo musicale con La Monte Young e Walter de Maria (due dei più celebri compositori d'avanguardia del periodo), nel 1967 si lega al gruppo rock dei Velvet Underground (di Lou Reed), di cui finanzia il primo disco. Anche la nota copertina del disco, una semplice banana gialla su sfondo bianco, è sua.
Nel 1957 viene fondata dall’artista la Andy Warhol Enterprises, un’azienda per la commercializzazione delle sue opere, già basate sulla ripetizione delle immagini, già ampiamente diffuse dai mass-media, che riproducevano oggetti di consumo industriale. I primi anni Sessanta sono fondamentali per la sua produzione artistica, che aveva come centro la società massificante, di cui egli stesso si proponeva come integrato e consumatore, fino a diventare un’autentica star.
Nel 1962 un incidente aereo, in cui morirono centoventinove persone, ispira il soggetto della prima serie di opere di Warhol intitolata Death and Disaster. 
Inizia, contemporaneamente, anche la serie delle scatolette di zuppa Campbell, delle bottigliette di Coca-Cola, e quella dei ritratti di Marilyn Monroe, di Elvis Presley e di altri personaggi dello spettacolo e della politica. 



Gli anni '60

Warhol comincia a realizzare i primi dipinti che si rifanno a fumetti e immagini pubblicitarie. Nei suoi lavori compaiono Dick Tracy, Popeye, Superman e le prime bottiglie di Coca Cola.
Inizia a utilizzare la tecnica di stampa impiegata nella serigrafia nel 1962, rivolgendo l'attenzione alla riproduzione di immagini comuni, degne del titolo di "icone simbolo" del suo tempo, tra cui le lattine di zuppa. Tratta anche temi carichi di tensione, come i Car Crash (Incidenti automobilistici) e Electric Chair (sedia elettrica). Dal suo stile "neutro" e banale prende il via la cosiddetta Pop-art.
Come scrive Francesco Morante: "La sua arte prende spunto dal cinema, dai fumetti, dalla pubblicità, senza alcuna scelta estetica, ma come puro istante di registrazione delle immagini più note e simboliche. E l'opera intera di Warhol appare quasi un catalogo delle immagini-simbolo della cultura di massa americana: si va dal  volto di Marilyn Monroe alle inconfondibili bottigliette di Coca Cola, dal simbolo del dollaro ai detersivi in scatola, e così via. In queste sue opere non vi è alcuna scelta estetica, ma neppure alcuna intenzione polemica nei confronti della società di massa: unicamente esse ci documentano quale è divenuto l'universo visivo in cui si muove quella che noi definiamo la "società dell'immagine" odierna. Ogni altra considerazione è solo consequenziale ed interpretativa, specie da parte della critica europea, che in queste operazioni vede una presa di coscienza nei confronti del kitsch che dilaga nella nostra società, anche se ciò, a detta dello stesso Warhol, sembra del tutto estraneo alle sue intenzioni".
Negli anni successivi decide di abbracciare un progetto più vasto, proponendosi come imprenditore dell'avanguardia creativa di massa. Per questo fonda la "Factory", che può essere considerata una sorta di officina di lavoro collettivo. Nel 1963 inizia a dedicarsi al cinema e produce due lungometraggi: "Sleep" ed "Empire" (1964). Nel 1964 espone alla Galerie Sonnabend di Parigi e da Leo Castelli a New York. Per il Padiglione Americano alla Fiera mondiale di New York realizza i Thirteen Most Wanted Men. L'anno successivo espone all'Institute of Contemporary Art di Philadelphia.
Gli anni '70
Nel 1969 fonda la rivista "Interview", che da strumento di riflessione sul cinema amplia le sue tematiche a moda, arte, cultura e vita mondana. A partire da questa data, fino al 1972, esegue ritratti (anche su commissione). Scrive anche un libro: "La filosofia di Andy Warhol pubblicato nel 1975. L'anno seguente espone a Stoccarda, Düsseldorf, Monaco, Berlino e Vienna. Nel 1978 a Zurigo. Nel 1979 il Whitney Museum di New York organizza una mostra di ritratti di Warhol, intitolata "Andy Warhol: Portraits of the 70s".
Gli anni '80
Nel 1980 diventa produttore della Andy Warhol's TV. Nel 1983 espone al Cleveland Museum of Natural History e gli viene commissionato un poster commemorativo per il centenario del Ponte di Brooklyn. Nel 1986 si dedica ai ritratti di Lenin e ad alcuni autoritratti. Negli ultimi anni si occupa anche della rivisitazione di opere dei grandi maestri del Rinascimento: Paolo Uccello, Piero Della Francesca, e soprattutto Leonardo da Vinci, da cui ricava il ciclo "The Last Supper". Realizza anche alcune opere a più mani con Francesco Clemente e Jean-Michel Basquiat, il "maledetto" della scena artistica newyorchese.

Andy Warhol muore a New York il 22 febbraio 1987 durante una semplice operazione chirurgica.
Nella primavera del 1988, 10.000 oggetti di sua proprietà vengono venduti all'asta da Sotheby's per finanziare la Andy Warhol Foundation for the Visual Arts. Nel 1989 il Museum of Modern Art di New York gli dedica una grandiosa retrospettiva.

La tecnica
La tecnica usata da Warhol è quella del riporto fotografico, con violenti colori, che dissacrava il concetto di unicità dell’opera d’arte, creando un procedimento artistico meccanico. Egli, inoltre, sarà autore di film e cortometraggi sulla stessa tematica, che realizza insieme ai collaboratori del suo studio, la famosa Factory, dove si svolgevano le attività artistiche e mondane del gruppo della Pop Art. È proprio in quella sede, a Manhattan, che il 3 giugno del 1968 Valerie Solanis, un’attivista del femminismo, spara ad Andy Warhol, ferendolo gravemente.Warhol fu molto discusso e criticato per la sua eccentricità e per l’immagine trionfale del consumismo americano che diffondeva, proprio negli anni in cui si cercava di lottare contro di esso. La sua produzione ebbe, nonostante ciò, un grande successo di mercato che portò l’artista a esporre in tutto il mondo: alla Documenta 4 di Kassel, a Montreal, Osaka, Pasadena, Chicago, Londra, Parigi e New York. I suoi happening multimediali, le sue produzioni di video e progetti televisivi, i suoi ritratti di divi di Hollywood e le sue pubblicazioni continuarono per tutti gli anni Settanta e Ottanta, fino a quando, dopo aver realizzato Last Supper, ispirato all’Ultima cena di Leonardo, che fu esposto a Milano, Warhol morì nel 1987 in un ospedale di New York, in seguito a un’operazione chirurgica alla cistifellea. Verrà sepolto a Pittsburgh, dove nel 1990 nasce l’Andy Warhol Museum.

Alcune opere significative dell'artista: 

192 One Dollar Bills, 1962
 “Comprare è molto più americano di pensare, e io sono molto americano. In Europa e in Oriente la gente ama commerciare… gli americani non sono così interessati a vendere, infatti preferiscono buttare via che vendere. Quello che amano veramente è comprare: gente, denaro, paesi”
Marilyn Monroe, 1967
rappresenta la fungibilità della persona umana come oggetto di consumo, la perdita di identità
















Fiori, 1970




I barattoli di Campbell's suop, 1962
rappresentano l’omogeneizzazione della società moderna che propone alimenti preconfezionati uguali per tutti,



Green Coca-Cola Bottles, 1962“Sono di un’estrema passività. Prendo le cose così come sono. Mi limito a guardare, osservo il mondo. La mia filosofia dice così: Ogni giorno è un giorno nuovo. Non mi faccio molti problemi sull’arte o sulla vita: certo, la guerra è la bomba atomica mi danno sì da pensare, tuttavia non si può far molto per opporsi”.


L’origine della sua arte
La provenienza dal mondo della pubblicità è fondamentale per la sua arte. I soggetti a cui Warhol si interessa sono i prodotti del consumismo industriale, pubblicizzati e diffusi dai mass media anche ai livelli più popolari. Egli stesso definisce i suoi “prodotti” Pop, cioè popular. Le immagini a lui care sono i barattoli di minestre Campbell’s, le scatole di Kellog’s, le bottiglie di Coca-Cola, le foto dei divi di Hollywood, le immagini di cronaca (incidenti d’auto e suicidi) e quelle dei “miti americani” come Topolino, Superman, il dollaro.
“Se volete sapere tutto su Andy Warhol basta guardare alla superficie dei miei dipinti e di me stesso: io sono lì. Non c’è niente dietro. Ciò che è grande, rispetto a questo paese, è che l’America ha incominciato la tradizione in cui il consumatore più ricco compera essenzialmente le stesse cose del più povero. Puoi vedere la Coca-Cola in TV e puoi sapere che il Presidente beve Coca, Liz Taylor beve Coca, e pensi  che anche tu puoi bere Coca… Tutte le Coche sono uguali e tutte le Coche sono buone. Liz Taylor lo sa, il Presidente lo sa, e tu lo sai”.
Warhol non vuole creare oggetti unici, come le opere d’arte tradizionali. Secondo lui  le immagini sono prodotti in cui non si deve riconoscere la mano dell’artista. Con un procedimento misto di fotografia, serigrafia e pittura, dalla Factory escono opere create a più mani, la cui caratteristica più evidente è la ripetitività: lo stesso oggetto era ripetuto con infinite varianti di colore. Un esempio sono le famose Marilyn Monroe e i Fiori, che fanno parte quasi di una catena ripetitiva, che apparentemente appiattisce tutto , ma che, in realtà, lascia immagini di grande forza espressiva. 
 

La Pop art 

Dall’incontro tra arte e cultura dei mass-media nasce la Pop art. 
La sua nascita avviene negli Stati Uniti intorno alla metà degli anni ’50 con le prime ricerche di Robert Raushenberg e Jasper Johns. Ma la sua esplosione avviene soprattutto nel decennio degli anni ’60, conoscendo una prima diffusione e consacrazione con la Biennale di Venezia del 1964. I maggiori rappresentanti di questa tendenza sono tutti artisti americani: Andy Warhol, Claes Oldenburg, Tom Wesselmann, James Rosenquist, Roy Lichtenstein ed altri. La cultura è dominata dall’immagine, ma immagine che proveniva dal cinema, dalla televisione, dalla pubblicità, dai giornali, dal paesaggio urbano largamente dominato dai grandi cartelloni pubblicitari. 
La Pop art ricicla tutto ciò in una pittura che rifà in maniera fredda ed impersonale le immagini proposte dai mass-media.
La Pop art documenta quindi in maniera precisa la cultura popolare americana (da qui quindi il suo nome, dove pop sta per diminutivo di popolare), trasformando in icone le immagini più note o simboliche tra quelle proposte dai mass-media. In essa è assente qualsiasi intento dissacratorio, ironico o di denuncia. 
Il più grosso pregio della Pop art è forse quello di documentare i cambiamenti di valori introdotti nella società dal consumismo. Ovvero la preferenza per valori legati al consumo di beni materiali e alla proiezione degli ideali comuni sui valori dell’immagine, intesa in questo caso soprattutto come apparenza. Rispetto a questo rappresentano i nuovi idoli o miti in cui le masse popolari tendono ad identificarsi, miti ovviamente creati dalla pubblicità e dai mass-media che proiettano sulle masse sempre più bisogni indotti, e non primari, per trasformarli in consumatori sempre più avidi di beni materiali.

Dove posso trovare le opere di Warhol a NYC?

  • Sicuramente il museo con il maggior numero di opere è il MoMA, al terzo piano dell'edificio, nel settore dedicato alla Pop-Art con stabili realizzazioni. 
  • Anche al Guggenheim Museum si possono trovare altre composizioni dell'artista.

La residenza di Warhol
L’appartamento, ubicato a Carnegie Hill, quartiere dell’Upper East side, nel distretto di Manhattan è stato progettato dall’architetto Henry Henderbergh e ristrutturato recentemente.
A metterlo in commercio è stata la sua ultima proprietaria, una businesswoman americana che non ha nessuna parentela col genio della “pop art” e che se lo accaparrò solo qualche anno fa. Ora l'appartamento è alla ricerca di un nuovo inquilino. 

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